“Non so perché l’allegria degli amici di sempre non mi diverte più. Uno mi ha detto che lontano dagli occhi lontano dal cuore e tu sei lontana lontana da me”. Lontano dagli occhi, il capolavoro di Sergio Endrigo risuona in una delle scene più intense di Prisma, la serie drama young adult scritta e diretta da Ludovico Bessegato. L’attesissima seconda stagione è finalmente disponibile dal 6 giugno su Prime Video. Ed è una serie strepitosa, la migliore serie italiana vista quest’anno, e, insieme a Tutto chiede salvezza, la migliore italiana degli ultimi anni. Prisma è un romanzo di formazione, la storia di alcuni adolescenti in divenire, in cerca della propria identità, dei propri gusti e dei propri desideri, in cerca di affinità elettive prima ancora del proprio posto nel mondo. Prisma ci dice che la generazione dei giovani di oggi è diversa da quella immediatamente precedente. I giovani hanno meno paura di essere se stessi. E hanno anche meno voglia di essere definiti o incasellati in generi ed etichette. La stessa serie Prisma è stata definita forse troppo frettolosamente una serie sulla fluidità di genere. Che è uno dei temi, ma non è l’unico. Prisma è una serie sull’adolescenza, sulla scoperta di sé, sull’apertura agli altri. Non è scontato che ci si trovi a palpitare per una coppia di persone, a gioire per lo stato nascente di un amore, indipendentemente dal genere o dalle inclinazioni dei personaggi, perché si tende a identificarsi con chi è più simile a noi. In Prisma invece questo accade: si trova a parteggiare per i personaggi, indipendentemente da genere e inclinazioni. Perché quello di cui si parla è semplicemente amore. E l’amore non ha etichette.
Tutto era partito da Marco e Andrea, due gemelli (entrambi interpretati dal bravissimo Mattia Carrano). Marco aveva iniziato a frequentare una ragazza, Carola (Chiara Bordi), che prima di incontrare Marco aveva avuto una relazione con Daniele (Lorenzo Zurzolo). Alla fine della prima stagione Carola si era avvicinata a Daniele e la cosa aveva provocato la rabbia di Marco. Andrea, l’altro gemello, con un profilo falso, e fingendosi una ragazza, aveva iniziato a chattare con Daniele. La prima stagione si era chiusa con i due che si erano finalmente incontrati, per la sorpresa di Daniele. Ma, tra di loro, tutto è ancora da capire. Andrea, che ama truccarsi e vestirsi con abiti femminili, sta scoprendo se stesso. E ad aiutarlo c’è Nina (Caterina Forza), una sua compagna di classe. Che a sua volta sta scoprendo la sua sessualità e sta ridefinendo i suoi affetti.
Prisma è una serie ipnotica e avvolgente per come racconta i giovani portandoci nel loro mondo e scorrendo naturale, senza la ricerca di continui colpi di scena ad effetto, ma solo di quelli naturalmente creati dalla trama e necessari. Si starebbe ore a guardare la serie, ad osservare la vita di questi ragazzi che ormai sentiamo come nostri amici. Il merito è della grande empatia che Ludovico Bessegato riesce a creare tra spettatore e personaggi, e prima ancora tra i personaggi stessi. Il segreto è l’amore che Bessegato (e le co-sceneggiatrici Alice Urciuolo prima e Francesca Scialanca in questa seconda stagione) provano per i propri personaggi, dopo anni passati con loro, tra una certosina osservazione dei loro modelli e la scrittura dei caratteri veri e propri. Amare un personaggio significa non tradirlo, non imporgli comportamenti che non sono suoi in nome di una svolta narrativa, ma rispettare il suo carattere e la sua crescita.
Per questo in Prisma tutto appare perfettamente reale, credibile, concreto. Allo stesso tempo l’immagine è curata, illuminata nel modo giusto. Se Euphoria, serie tv che ha ridefinito il mondo dei teen drama e alzato l’asticella del genere, e a cui Prisma non è affatto inferiore, inonda la scena di irreali luci al neon, Prisma lo fa ammantando i suoi ragazzi di luci naturali, o almeno che lo sembrano (senza rinunciare al neon quando la situazione lo richiede). Ma la delicatezza in Prisma non è solo un fatto di luce. È anche nel tono del racconto. Se la serie di Sam Levinson cerca sempre la scena forte, il pugno nello stomaco, quella di Bessegato cerca sempre la verità e la naturalezza, la delicatezza. Lo sguardo sui corpi è attento a trasmettere la bellezza e la sensualità, ma è anche molto pudico, rispettoso. È sempre quell’amore per i personaggi di cui parlavamo prima. A proposito di teen drama, anche questa etichetta sta stretta a Prisma: non è una serie per ragazzi, ma una serie che parla di ragazzi.
Rispetto alla prima stagione, Ludovico Bessegato con Prisma 2 riesce a fare ancora meglio. Questa seconda stagione ha una struttura narrativa più ricca e avvincente che, sul finale, accenna anche a qualche momento da thriller, o almeno alza la tensione. Questa seconda parte di Prisma allarga il suo sguardo. Lo fa geograficamente, perché da Latina a tratti ci si sposta a Roma o Milano. Ma soprattutto lo fa a livello di personaggi, introducendo, accanto ai protagonisti principali, Andrea, Marco (entrambi interpretati da Mattia Carrano), Daniele (Lorenzo Zurzolo), Carola (Chiara Bordi) e Nina (Caterina Forza), una serie di caratteri che sono molto più che di contorno, ma veri e propri coprotagonisti: i trapper Ilo e Vitto (Matteo Scattaretico e LXX Blood); le sorelle di origine giapponese Jun (Asia Patrignani) e Akemi (Elisa Qiu Tian Scenti); Micol (Elena Falvella Capodaglio), interesse amoroso di Nina, e Marika (Francesca Anna Bellucci), l’allenatrice di nuoto. Ogni personaggio che potrebbe sembrarvi minore in realtà è disegnato minuziosamente e ha la sua importanza all’interno della storia.
Il tema della fluidità di genere è ancora al centro della storia, anche attraverso altri personaggi, come quello di Jacopo. Ma è di identità, più in generale, che si parla. Identità vuol dire anche cercare una propria espressione artistica o il proprio modo di vivere una disabilità, è andare oltre ogni etichetta, è poter provare attrazione per una persona senza dover essere definiti con epiteti d’altri tempi. Prisma ci dice tutto questo. E anche che i nostri sogni, purtroppo, spesso hanno un prezzo troppo alto. E si tratta di capire fino a dove possiamo osare per inseguirli. Prisma ci racconta il turbamento che accade quando i nostri sentimenti prendono direzioni che non potevamo immaginare, e quando capiamo che comandano loro.
di Maurizio Ermisino per DailyMood.it
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L’articolo Prisma 2: L’adolescenza come non l’avevamo mai vista. Su Prime Video proviene da Daily Mood.