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    Home»Senza categoria»Dallo scrub all’albicocca al dermocosmetico intelligente: viaggio nel tempo su com’è cambiata la skincare negli ultimi 10 anni
    Senza categoria

    Dallo scrub all’albicocca al dermocosmetico intelligente: viaggio nel tempo su com’è cambiata la skincare negli ultimi 10 anni

    By 13 Maggio 2025Nessun commento5 Mins Read
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    Cambia la moda, cambiano i filtri, cambiano i riferimenti estetici. Ma il vero cambiamento silenzioso, quotidiano, rivoluzionario, è avvenuto davanti allo specchio: nei piccoli gesti della skincare.

    ​​Negli ultimi anni, la skincare ha smesso di essere un rituale di nicchia per diventare un’abitudine diffusa: oggi oltre 1 italiano su 2 acquista regolarmente prodotti dedicati alla cura della pelle, I dati del Rapporto Annuale di Cosmetica Italia, raccontano che, con un valore di 1,6 miliardi di euro, i prodotti skincare rappresentano il 16,4% dei consumi cosmetici in Italia, confermandosi la categoria più rilevante e dinamica del settore. La crescita dei consumi nel 2023 è stata del +9,5%, spinta dalla continua innovazione e dalla capacità di rispondere a bisogni cutanei sempre più specifici.

    Un cambiamento che va ben oltre il beauty e che racconta un nuovo modo di abitare il corpo, dare valore al tempo e pretendere trasparenza. Ma com’è iniziata questa evoluzione? E dove ci sta portando?

     Back to 2015: quando bastava una crema idratante

    Nel 2015 la skincare di molte persone era ridotta all’essenziale: un detergente (spesso troppo aggressivo), una crema idratante “per tutti i tipi di pelle” e uno scrub settimanale, di solito base di noccioli di albicocca. I prodotti si sceglievano per profumo, packaging, o perché “funzionavano per l’amica”. Il concetto di barriera cutanea era un mistero riservato a pochi professionisti, così come il pH fisiologico o la differenza tra idratazione e nutrizione.

    L’obiettivo era avere una pelle mat, opaca, senza imperfezioni visibili. La skincare era vista come una preparazione al make-up più che come forma autonoma di cura.

    L’influenza coreana e la cultura del glow

    Il vero punto di svolta è arrivato con il successo globale della skincare coreana. Da Seoul al resto del mondo, è arrivato un nuovo linguaggio della pelle: fatto di layering, idratazione profonda, prodotti sensoriali, ma soprattutto consapevolezza.

    La routine coreana a 10 step ha insegnato il valore della costanza, della delicatezza e della personalizzazione. Ingredienti come la centella asiatica, l’acido ialuronico e la niacinamide sono entrati nelle conversazioni beauty di tutti i giorni. Ma più di tutto, è cambiato l’obiettivo finale: non più una pelle perfetta da coprire, ma una pelle sana da mostrare.

    I social, in particolare YouTube e Instagram, hanno amplificato il messaggio: la beauty routine è diventata contenuto educativo e forma di espressione personale.

     5 Tendenze bizzarre, ma indimenticabili

    La rivoluzione skincare ha portato con sé anche una serie di tendenze eccentriche, spesso nate sui social e diventate virali in pochi giorni. È il caso dello slugging, la pratica di cospargersi il viso di vaselina prima di dormire, osannata per la sua capacità di “sigillare” l’idratazione. O delle maschere magnetiche, più scenografiche che realmente efficaci, ma perfette per ottenere visualizzazioni nei reel. Sono poi arrivati i patch per ogni zona del viso — occhi, naso, mento, fronte — trasformando la skincare in un rituale visibile, quasi sezionato. Anche la bava di lumaca, da rimedio naturale tradizionale, è stata riscoperta e celebrata come ingrediente di lusso nei sieri viso. Infine, i peeling acidi fai-da-te hanno conosciuto un boom grazie all’arrivo degli esfolianti chimici come AHA, BHA e PHA anche nella grande distribuzione: l’esfoliazione, un tempo riservata ai professionisti, è così diventata un passaggio chiave delle routine casalinghe. E sebbene non tutte queste mode siano sopravvissute, hanno avuto il merito di aprire una conversazione collettiva sulla skincare come forma di sperimentazione, espressione e conoscenza di sé.

     Il cosmetico che cura: benvenuti nell’era della cosmeceutica

    Ma oggi è nata una nuova categoria figlia di nuove dinamiche di marketing: quella dei cosmeceutici o più correttamente cosmetici funzionali. Prodotti cosmetici ad alta performance che dovrebbero unire efficacia clinica e piacevolezza cosmetica, grazie alla presenza di attivi ad alte concentrazioni e a formulazioni sempre più evolute. Ingredienti come il retinolo, l’acido azelaico, le ceramidi e gli enzimi probiotici sono ormai considerati standard nella skincare di qualità.

    “Il consumatore moderno non cerca più solo bellezza, ma soluzioni reali per la salute della pelle. È qui che un cosmetico dermoattivo ad alte performance fa la differenza: unisce rigore scientifico, risultati validati, estetica e continuità terapeutica”, commenta Paolo Piazzetta, chimico e fondatore di Therine Skincare Cosmetics, linea di prodotti cosmetici naturali olistici.

    Ma soprattutto, è cambiato il ruolo del brand cosmetico: oggi è percepito come alleato della dermatologia, in un percorso di prevenzione, supporto ai trattamenti e mantenimento dei risultati. La skincare diventa così un proseguimento domestico delle pratiche cliniche e una parte integrante del benessere personale.

    Skin-intelligence: il futuro tra AI e personalizzazione

    Il prossimo passo? È già iniziato. Si chiama skin-intelligence e unisce dati biometrici, analisi AI e beauty tech. Sono sempre di più le app in grado di scansionare il viso, rilevare problematiche cutanee e consigliare routine su misura. Alcuni brand creano già formule personalizzate basate sul microbioma o sul DNA dell’utente. In questo scenario, la sfida non è aggiungere nuovi prodotti, ma semplificare con intelligenza. Pochi attivi, sinergici, supportati da evidenze scientifiche. Meno effetto wow, più coerenza tra ciò che promettiamo alla nostra pelle e ciò che le offriamo ogni giorno.

    E in questo cambiamento si nasconde qualcosa di profondo: un nuovo modo di parlare a noi stessi, di prenderci tempo e di costruire, giorno dopo giorno, un benessere che parte dalla pelle ma arriva molto più lontano.

    di Lidia Pregnolato per DailyMood.it

    Fai clic qui per vedere lo slideshow.

     

    L’articolo Dallo scrub all’albicocca al dermocosmetico intelligente: viaggio nel tempo su com’è cambiata la skincare negli ultimi 10 anni proviene da Daily Mood.

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