Cosa c’è di più poetico di un’uscita di scena colta, sublime e suggestiva come quella scelta da Maria Grazia Chiuri, talentuosa ed acclamata Direttrice Creativa di Dior, martedì 27 maggio scorso per lasciare la sua carica dopo nove anni di successi. Villa Albani, meta privilegiata del Grand Tour e celebre dimora patrizia dei principi Torlonia ed il suo elegante giardino, il cui sguardo spazia dai Monti Sabini ai Colli Albani, seguendo i due assi prospettici principali secondo cui è suddiviso il parco, è il set elitario dove la Chiuri inscena un dialogo tra le arti. Cinema, moda, poesia si intrecciano e si amalgamano tra loro, sotto l’egida di Matteo Garrone grazie a Les Fantômes du Cinéma, il cortometraggio con cui la collezione Dior Cruise 2026 è stata svelata al pubblico. Girato nell’imponente parco di Villa Albani Torlonia a Roma, dove la stessa sfilata si è tenuta, il corto è un dialogo tra realtà parallele, tra la concretezza del mondo visibile e l’astrazione dell’invisibile. E la collezione 2026 Cruise di Dior, che unisce ben ottanta creazioni di haute couture e prêt-à-porter, diventa sintesi perfetta per l’autobiografia di un momento. Un luogo temporale in cui si dispone l’atto dell’immaginazione. In quella “bella confusione” che rimanda al titolo che Ennio Flaiano aveva proposto a Federico Fellini per il film 8 e ½ . Siamo nella Citta Eterna, un luogo in cui il cinema, teatro, moda e arte costellano con le loro immagini la storia. Per Maria Grazia Chiuri, Direttrice artistica delle collezioni femminili Dior, tutto ciò mette in luce l’incontro con Mimì Pecci Blunt, protagonista carismatica della Città Eterna, della Parigi come della New York del Novecento, a funzionare da soglia. Essere arrivata nei luoghi di Mimì e decidere di riattivarli in una sorta di bal de l’imagination, uno dei quei balli che lei organizzava, sintesi visuale di tutte le arti. Il travestimento, il rompere le regole per liberarci da noi stessi. Oltrepassare quella soglia reale e metaforica in cui i personaggi vivi e i fantasmi si confondono. Amicizie stellari. Una collezione che è composizione di pezzi metamorfici avvenuta in un dialogo continuo tra Maria Grazia Chiuri e la Sartoria Tirelli, di cui sono stati utilizzati i tessuti vintage, come per le tute degli artisti che si sono esibiti nei giardini realizzate con garze mediche, le stesse utilizzate da Pietro Tosi nei costumi del film La signoria delle Camelie. Gli elementi vestimentari della storia della moda e del costume si fondono in una sintassi contemporanea. I gilet eco di quelli maschili, a volte con i revers, stanno su gonne lunghe ed ampie accompagnati da giacche con le code dei tight. Gli abiti in pizzo leggerissimo si alternano a quelli chiaroscurati dai motivi bassorilievo. Ci sono le giacche militari bordate di nero come i bottoni. Gli abiti che sono evocazione della casula, i colori che rompono la sequenza dei bianchi sono il nero ed il rosso del velluto di abiti corti, omaggio alle Sorelle Fontana, celebri fra le altre cose per aver vestito Anita Ekberg nell’iconico film La Dolce Vita. Il velluto oro di un abito assoluto. Tra gli ottocento ospiti del defilè anche star come Natalie Portman, Deva Cassel, Beatrice Borromeo, Asley Park, Alexandra Daddario, Giancarlo Giammetti, Gianna Nannini, Valeria Golino e lo stesso Matteo Garrone. Una sfilata che è una sarabanda in cui tutto convive e ognuno pare stare tutto al sé. E’ però nel bianco modulato in diverse consistenze, pesanti e leggere, che si organizza la visione creativa. Così Maria Grazia Chiuri ricompone a modo suoi i personaggi, i paesaggi, le storie e le mitologie di Roma, la sua città natale. In un pensiero che predilige l’interrogazione, la fantasticheria, l’intuizione poetica e il realismo magico, per definire una nuova rete di affinità stellari. Maria Grazia Chiuri ha annunciato inoltre la riapertura del Teatro della Cometa, tra i più intimi ed affascinanti di Roma, fondato proprio dalla contessa Mimì Pecci Blunt nel 1958, che schiuderà le porte al pubblico dopo cinque anni di chiusura e due di restauri. Un progetto concreto che, grazie all’impegno economico personale della stilista, traccia ora una linea di continuità con la forte vocazione multidisciplinare che restituirà all’istituzione un ruolo culturale d’avanguardia, tra prosa teatrale, danza, musica, performance, rassegne e festival internazionali.
di Elena Parmegiani per DailyMood.it
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