Ci sono storie che bruciano piano. Che non urlano, ma lasciano segni profondi. Il banco vince sempre, il primo romanzo di Emma Mariani, è una di queste. Un racconto che attraversa il dolore familiare, la dipendenza, la speranza ostinata e l’amore imperfetto tra un padre e una figlia. In questa intervista esclusiva per DailyMood.it, l’autrice ci accompagna dentro le crepe di una relazione che non si può aggiustare, ma che merita di essere raccontata. Perché certe ferite non si rimarginano, ma si possono abitare con dignità.
DailyMood.it: Il tuo romanzo Il banco vince sempre è un pugno nello stomaco e insieme una carezza. Da dove nasce questa storia?
Emma Mariani: Nasce da un’urgenza. Non è solo una storia su un padre e una figlia, ma sul legame spezzato tra la promessa e la realtà. Nasce dal desiderio di raccontare cosa succede quando chi dovrebbe proteggerti è anche la tua più grande incertezza. Scrivere è stato il mio modo per rimettere ordine nel disordine, per dare un nome al dolore — e forse, anche per lasciarlo andare.
DailyMood.it: Il titolo è crudo e diretto: Il banco vince sempre. Cosa rappresenta per te?
Emma Mariani: È una verità amara. Non solo sul gioco d’azzardo, ma sulla vita quando ti cresce addosso l’idea che perderai comunque, anche se ami, anche se speri. Il banco è il destino, la dipendenza, la promessa mancata. È anche quel senso di impotenza che provi quando ami qualcuno che continua a farsi del male — e a fartene. Ma è anche una dichiarazione di consapevolezza. Non possiamo vincere sempre, ma possiamo scegliere di non giocare più.
DailyMood.it: Il rapporto tra padre e figlia è il nucleo emotivo della narrazione. Come lo hai costruito?
Emma Mariani: Con onestà. Volevo che fosse imperfetto, ambiguo, devastante e pieno d’amore. Il padre di Irene è assente, ma è anche presente in modo disordinato, struggente. È un uomo rotto, ma non cattivo. Ho cercato di raccontare quella zona grigia in cui si ama qualcuno nonostante tutto. Perché l’amore non basta, ma lascia comunque un’impronta che ti plasma per sempre.
DailyMood.it: E la madre? Spesso silenziosa, trattenuta, ma fondamentale.
Emma Mariani: La madre è la resilienza che non fa rumore. È una donna che sopravvive, che resta anche quando sarebbe più facile andarsene. Ho voluto raccontare anche lei prima di essere madre, come donna. Perché spesso dimentichiamo che le madri hanno avuto sogni, rabbie, bellezza, prima di noi. La sua fragilità è la sua forza più grande.
DailyMood.it: C’è una scena che ti ha spezzata mentre scrivevi?
Emma Mariani: La notte prima degli esami. Quando Irene aspetta il padre che ha promesso di restare. E lui non c’è. Lì ho pianto. Perché chi ha vissuto una mancanza sa che non è l’assenza a ferirti, ma il ricordo di quando hai creduto che fosse diverso. Scrivere quella scena è stato come viverla personalmente.
DailyMood.it: Il romanzo parla di dipendenza, ma anche di speranza. È voluto?
Emma Mariani: Sì. Perché anche nei contesti più oscuri ci sono scintille. Le lettere del padre, le domeniche serene, gli sguardi mai detti. La speranza non è una soluzione, ma è ciò che spesso ci tiene vivi. E anche Irene, alla fine, trova il coraggio non solo di capire, ma di scegliere per sé. Il banco vince, ma lei smette di giocare.
DailyMood.it: Come ti ha cambiata scrivere questo libro?
Emma Mariani: Scrivere questo libro è stato un esercizio di verità. Ha richiesto di affrontare tematiche complesse come la dipendenza, l’ambivalenza affettiva e il senso di impotenza che molti vivono ma pochi riescono a raccontare. Mi ha costretta a scegliere parole che non fossero decorative, ma necessarie. Credo che ogni storia che tocchi il dolore in modo autentico lasci un segno — non tanto in chi scrive, ma nel modo in cui si guarda la realtà, con più profondità e meno giudizio.
DailyMood.it: A chi dedichi questo libro?
Emma Mariani: Ai genitori imperfetti, e ai figli che li hanno amati lo stesso. A chi ha aspettato un messaggio che non è mai arrivato. A chi ha imparato a reggersi da solo. A chi non ha smesso di credere, nonostante tutto.
DailyMood.it: Progetti futuri?
Emma Mariani: Continuare a scrivere storie vere. Anche se fanno male. Anche se graffiano. Ho altri romanzi in corso, diversi tra loro, ma con un filo comune: restituire dignità all’invisibile. Raccontare ciò che resta fuori dalle cartoline, ma dentro le persone.
Un ringraziamento speciale
Emma Mariani: Voglio ringraziare di cuore la Casa Editrice Il Seme Bianco per aver creduto in questo romanzo così intimo, così nudo. Per avermi accompagnata in questo viaggio editoriale con rispetto, cura e sensibilità. Dare voce a una storia così personale è un atto di fiducia, e loro hanno saputo accoglierlo con delicatezza e professionalità.
Il banco vince sempre è un romanzo che non offre scorciatoie, ma verità. Emma Mariani firma una narrazione coraggiosa, in bilico tra rabbia e tenerezza, capace di dare voce a chi ha amato nel silenzio, a chi ha atteso invano, a chi ha scelto di vivere nonostante tutto.
Un libro che si legge come una confessione, si sente come una cicatrice, si ricorda come un’epifania.
Perché il dolore non si dimentica, ma può essere raccontato. E nella scrittura, forse, si può anche ritrovare un po’ di pace.
Disponibile dal 12 giugno in tutte le librerie e sulle principali piattaforme online.
di Redazione
L’articolo Una figlia, un padre e una promessa mancata. Emma Mariani racconta Il banco vince sempre proviene da Daily Mood.