Se c’è un mondo tutto da scoprire è quello dei tessuti, che non è fatto soltanto di cotone, lino e fibre sintetiche come il poliammide oppure particolarmente moderne come la viscosa oppure il raion.
Tra i materiali più antichi troviamo anche quello noto come pizzo san Gallo, che potremmo definire come il “Re” dei pizzi. È infatti protagonista assoluto dei capi di abbigliamento come di quelli della biancheria e della pelletteria. Ed è amato da personalità illustri, del calibro di Michelle Obama.
A proporne un assortimento di qualità è anche Manifattura foderami Cimmino, realtà leader nella distribuzione di stoffe e materiali di alto livello fin dal 1750, presente sul web con un portale dove è possibile trovare, inoltre, tutte le informazioni utili per fare una scelta ottimale sulla base delle proprie esigenze. Il pizzo San Gallo rappresenta uno dei suoi articoli d’eccellenza.
L’esclusività del pizzo San Gallo attraverso la sua storia
Sapete a cosa deve il suo nome il pizzo San Gallo? Alla zona di produzione dove è stato conseguito nell’Ottocento, che altro non è che il cantone San Gallo in Svizzera, nel periodo antecedente la prima guerra mondiale.
Gli svizzeri avrebbero importato l’arte del pizzo a tombolo dai francesi, grazie in particolare agli scambi con la città di Lione. La regione di San Gallo fu riconvertita alla produzione tessile in seguito alla crisi della filiera agricola locale, affermandosi come produttrice inizialmente del lino e successivamente del cotone, con un export con fulcro proprio a Lione: il principale centro tessile europeo.
Nello specifico, alle origini il pizzo San Gallo veniva ricamato a mano sul lino, una fibra naturale oggi oggetto di un importante revival. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento vennero utilizzate le macchine da ricamo, sostituendosi a una produzione fino a quel momento interamente manuale e casalinga.
La Svizzera fu il primo Paese ad optare per l’adozione delle nuove tecnologie.
Gli utilizzi storici e senza tempo del pizzo San Gallo
Fino ai primi del Novecento, il pizzo San Gallo venne utilizzato soprattutto per i ricami della biancheria, sia intima che della casa, in particolare per quanto concerne asciugamani e tovaglie, in virtù di un costo della manodopera alquanto contenuto.
Le cose sono cambiate nel primo dopoguerra, quando si è assistito a un declino nell’uso del materiale, e nuovamente dopo il secondo conflitto mondiale. In questo periodo il pizzo San Gallo è diventato un vero e proprio dettaglio di lusso, nei capi di moda come in quelli di pelletteria e biancheria.
Oggi il pizzo San Gallo si presta particolarmente per il conseguimento di ricami sia geometrici sia floreali, come base colorata oppure nel classico colore bianco. Viene inoltre lavorato in alcune versioni elasticizzate capaci di coniugare qualità e prezzo, adoperate soprattutto nell’abbigliamento.
Nei capi di moda lo troviamo in forma total look nei vestiti lunghi e midi. Viene invece impiegato come dettaglio traforato e raffinatissimo nelle gonne più vaporose così come nelle camicette dell’estate, oltre che come rifinitura per colletti e inserti sartoriali in generale.
Non è soltanto una prerogativa degli outfit femminili ma anche di quelli della moda bimba, dove riesce a unire comfort e stile, con un’allure storica e moderna insieme.
L’articolo Cos’è il pizzo San Gallo: alcune idee di ispirazione per utilizzarlo proviene da Daily Mood.