Roma ha incarnato quest’estate, per la prima volta, il cuore pulsante del Grand Tour sartoriale firmato Dolce&Gabbana in una tre giorni che ha trasformato luoghi carichi di storia in palcoscenici viventi. La maison ha presentato infatti l’Alta Moda, l’Alta Sartoria ed ha dato vita ad un party di chiusura glamour e ricercato. Un evento che ha messo in risalto la maestria dell’artigianato, il mito e il cinema, che parla direttamente ai professionisti della moda attraverso simbologie profonde e maestria sovrana. Nella prima giornata del 13 luglio il mito della Dolce Vita rivive a Via Veneto grazie ai flash vintage, alla danza e alla musica che si sono intrecciati in una mostra fotografica open air “Secret Dolce Vita”, una celebrazione del glamour Anni Cinquanta e Sessanta. Ad impreziosire la scena è stata l’iconica Cher che, tra corsetti scintillanti, tute in glitter ed evoluzioni, è riuscita ad elevare la serata ad evento di culto. La notte del 14 luglio, la Via Sacra nel cuore del Foro Romano si è animata di figure mitiche: abiti drappeggiati come toghe, bustier scolpiti in stile colonnato, stole che echeggiavano statue classiche – una passerella dove la moda diventa mito. Il contesto storico non è stato scelto a caso: al Foro si è realizzato un atto culturale e politico-narrativo, una dichiarazione estetica che amalgama potere, memoria e bellezza. La collezione ha unito la magnificenza imperiale al glamour del cinema italiano degli Anni Cinquanta e Sessanta – la cosiddetta “Hollywood sul Tevere” – tra armature dorate e drappeggi cinematografici. Uno show teatrale a cielo aperto per circa quattrocentocinquanta ospiti d’élite, tra attori in costume, figuranti, celebrity internazionali, (tra cui Christian Bale, Isabelle Rossellini e Kitty Spencer, nipote di Lady Diana, ormai testimonial del brand), che ha trasformato la moda in mito in movimento. In passerella avviene l’omaggio agli anni della Hollywood sul Tevere e dei paparazzi, ma anche degli atelier frequentati dalle dive del cinema, che scoprivano nella Città Eterna un’eccellenza sartoriale. Lo show è stato un tripudio dei cavalli di battaglia di Dolce&Gabbana: il pizzo nero, i giochi di trasparenze, le stampe maculate, gli abiti bustier incastonati di pietre preziose e colorate. Il 15 luglio, la passerella si è spostata a Castel Sant’Angelo, precisamente su Ponte Sant’Angelo, sotto lo sguardo austero ed attento degli angeli del Bernini. Qui l’Alta Sartoria ha celebrato l’iconografia ecclesiastica: giacche, cappotti, mantelli reinterpretano mozzette, stendardi e abiti liturgici con ricami in oro, croci, dettagli preziosi – una fusione tra sacro, barocco e alta moda maschile. La teatralità della liturgia sartoriale maschile ha scolpito il corpo in tempio, un reliquiario vivente tra storia e spettacolo. L’ultima sera la Maison ha portato l’Alta Moda nei mitici studi di Cinecittà, trasformati in set cinematografico: un omaggio al grande cinema italiano e alla Roma che ha reso celebre il mito della Dolce Vita. Tra scenografie monumentali, atmosfera da set e miti dell’antica Roma, è sceso il sipario su una celebrazione della bellezza come racconto stratificato, tra memoria storica, artigianato e visione contemporanea. Parallelamente alle sfilate, il percorso espositivo Dal Cuore alle Mani al Palazzo delle Esposizioni ha accolto il pubblico con una narrazione immersiva sull’universo Dolce&Gabbana: tra schizzi, materiali, artigiani e identità, con contenuti inediti su Roma. In queste tre giornate, i talentuosi stilisti siciliani non hanno solo presentato l’alta moda: hanno scritto liriche di stile incarnato, architettura vivente, memoria rivissuta. Roma è stata protagonista – impero, chiesa, cinema, artigianato – e la griffe internazionale l’ha raccontata con eleganza severa e drammatica. Un evento di culto per addetti ai lavori, dove l’eccesso diventa raffinato, la lentezza diventa lusso e la bellezza un mandato da perseguire.
Ph. Courtesy of Dolce&Gabbana
di Elena Parmegiani per DailyMood.it
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