“Noi siamo una truffa. Non diamo ciò che promettiamo. Promettiamo amore sicuro e diamo incontri con uomini inaffidabili”. Di che cosa sta parlando Lucy, interpretata da Dakota Johnson, la protagonista di Material Love? Lucy è una giovane e ambiziosa combina coppie di New York. Per lavoro, cerca di far incontrare uomini e donne cercando la combinazione migliore possibile. Con possibile vista sul matrimonio. Material Love (Materialists, in originale), in uscita il 5 settembre, è un film da non perdere. Non solo perché, travestito da una commedia romantica, c’è un film molto lucido e disincantato sul mondo di oggi, sui suoi valori, e sulle relazioni che, inevitabilmente, ne risentono. Ma soprattutto perché Material Love è il nuovo film di Celine Song, l’autrice di Past Lives, il bellissimo film che lo scorso anno ha sfiorato l’Oscar. L’autrice coreana-canadese, newyorchese d’adozione, anche qui scrive e dirige. Stavolta si tratta di un film con attori americani e con un tono diverso. Ma il tema è lo stesso: il destino, il senso dell’incontro, le affinità elettive e l’idea di anima gemella.
Lucy (Dakota Johnson) è una combina matrimoni. Lavora per un’agenzia, che si chiama Adore. Come potremmo definire il suo lavoro? Una volta si chiamavano agenzie matrimoniali, ma qui ci sembra qualcosa di più. È l’offerta di un servizio di lusso, ricercato, sofisticato. Ma, a vederlo, è la versione occidentale e upper class dei matrimoni combinati che vediamo nei film indiani. Oppure la versione umana e personalizzata delle app di dating. O, ancora, ed è l’idea che ci piace di più, un aggiornamento ai nostri tempi della Emma di Jane Austen, quel bellissimo personaggio letterario che aveva un senso tutto suo per unire le persone. Ovviamente nell’alta società newyorchese è tutto molto diverso. Così, una sera, al matrimonio di una sua cliente, incontra il partito perfetto, Harry (Pedro Pascal): è bello, alto, colto, e molto molto ricco. Nella stessa sera ritrova però un suo vecchio amore, forse l’unico della sua vita, John (Chris Evans). Sta facendo il cameriere al ricevimento. Ha ancora il sogno di fare l’attore. Ed è al verde.
Material Love, il nuovo film di Celine Song, è ancora Past Lives, anche se sembra qualcosa di molto altro. È Past Lives che incontra il mondo di Sex And The City, che a sua volta, nel frattempo, è cambiato ancora. Celine Song porta la sua sensibilità, il suo sguardo diverso, che arriva dall’Oriente, e il suo senso per il destino in un mondo di privilegiati, che sembra freddo, disincantato, materialista. E, spoiler, lo è. Ma la regista coreana prova a raccontare la storia di qualcuno che questo modo di essere lo mette in discussione. Anche Material Love, come Past Lives, parla di una scelta. Lì era quella tra l’amore d’infanzia e l’amore della maturità, ma anche tra la terra d’origine e quella d’adozione. Qui è quella tra il marito ideale e tra la propria anima gemella, ma anche quella tra una vita più agiata, ma meno autentica, e una più modesta, ma più vera.
Travestito da rom com c’è in realtà un film drammatico, una sottile satira sociale con qualche giallo e qualche colpo di scena. Material Love è un film che muta spesso forma, sorprende, non è mai scontato anche se dovesse arrivare il lieto fine delle commedie romantiche. Celine Song riesce a costruire un film che parla di sentimenti, con star di Hollywood, mantenendo una cornice glamour e affascinante, ma togliendo tutto il superfluo e il posticcio delle commedie, per restare ancora a un suo realismo molto particolare. Perché, come nel suo film precedente, anche qui tutto è a suo modo magico, sospeso, rarefatto. Celine Song cita Harry ti presento Sally, con le interviste frontali a mezzobusto, e Eyes Wide Shut, con quella macchina da presa che gira intorno agli amanti mentre ballano, danzando insieme a loro tra mille luci. E cita anche se stessa, con le scene al bar che sembrano riprendere la prima, famosa sequenza di Past Lives. E con lo spettacolo teatrale: da un manifesto vediamo che è Tom And Eliza, una pièce scritta proprio dalla regista nel 2016.
Material Love è una storia sintomatica del mondo di oggi, in cui, da un lato, tutto ruota intorno ai soldi e alla ricchezza. E, dall’altro, tutto ci parla di prestazioni, misure, di immagine percepita all’esterno. Un’immagine che si può modificare ad uso e consumo degli altri sui social, come sappiamo bene. Ma anche, come vediamo qui, nella realtà, con gli interventi giusti. Siamo persone o mercanzia? L’interrogativo che si pone uno dei personaggi è quanto mai attuale e dice molto del mondo di oggi.
Material Love, allora, non è Past Lives ma porta Past Lives in una storia che sembra completamente diversa. Le affinità elettive. La verità, vi prego, sull’amore. Sono i titoli di due libri che sarebbero perfetti per questo film. E per l’intero lavoro di Celine Song, che si conferma un’investigatrice dell’anima, un’indagatrice di sentimenti. Una che è capace di scrivere un dialogo struggente come questo. “Sei lo stesso di sempre”. “Speravo di essere diverso”. “Perché?”. “Perché se fossi diverso non sarei quello che ti ha perso”.
di Maurizio Ermisino per DailyMood.it
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