C’è una parola che negli ultimi anni abbiamo imparato a pronunciare con un pizzico di stupore, quasi fosse una magia importata da lontano: foliage. Non è un termine italiano, ma francese di nascita: significa semplicemente “fogliame”. A renderlo celebre però non è stata la lingua francese, bensì l’inglese, che ha preso in prestito il termine per indicare lo spettacolo naturale delle foglie che in autunno si accendono di rosso, giallo, arancio e marrone. Da lì, la parola si è diffusa un po’ ovunque, diventando sinonimo di viaggio, scoperta, turismo lento. In Italia è arrivata negli ultimi vent’anni, portata soprattutto dai tour operator e dai magazine di lifestyle, fino a diventare un must per chi cerca esperienze autentiche e legate al ritmo della natura.
Ma perché il foliage ci affascina così tanto? Forse perché è una celebrazione della trasformazione: le foglie non muoiono mai in silenzio, ma scelgono di salutare l’albero con l’eleganza di un abito da sera. Ogni colore è un passaggio, ogni sfumatura è una nota in una sinfonia corale che dura poche settimane. Ed è proprio la brevità a renderlo ancora più prezioso: chi riesce a coglierlo si sente parte di un rito collettivo, millenario, che unisce popoli e culture.
Dove nasce la mania del foliage
Se oggi cerchiamo “foliage” su Instagram troviamo milioni di immagini, ma la vera patria di questa passione sono gli Stati Uniti e il Giappone.
Negli Stati Uniti, il “leaf peeping” (letteralmente: “sbirciare le foglie”) è una vera e propria tradizione, soprattutto negli stati del New England: Vermont, New Hampshire, Maine e Massachusetts. Qui, già nell’Ottocento, i primi turisti si spostavano in treno per ammirare gli alberi di acero che si trasformavano in fiamme color rubino.
In Giappone, invece, il fenomeno si chiama momijigari (caccia alle foglie rosse) ed è una pratica che risale a oltre mille anni fa, quando poeti e pittori si radunavano ai piedi delle montagne per celebrare la bellezza effimera delle foglie d’acero. È una tradizione che resiste ancora oggi, tanto quanto la più nota contemplazione dei fiori di ciliegio in primavera (hanami).
I luoghi più belli al mondo per vivere il foliage
Se il foliage è un linguaggio universale, ogni Paese ha le sue “frasi” più poetiche. Ecco un itinerario tra le mete imperdibili:
New England, Stati Uniti
Il più iconico di tutti. Le colline del Vermont e le strade panoramiche del New Hampshire si tingono di rosso acceso e giallo brillante. Ottobre è il mese perfetto per percorrere la Kancamagus Highway, un percorso tra montagne e fiumi che sembra dipinto a mano.
Giappone
Le montagne di Kyoto, Nikko e la regione di Hokkaido offrono spettacoli indimenticabili. L’acero giapponese, con le sue foglie sottili e stellate, regala tonalità che vanno dal cremisi al porpora intenso.
Canada
Dalle cascate del Niagara ai grandi parchi dell’Ontario e del Québec, il foliage canadese è forse quello più “grande” al mondo, per estensione e intensità. I boschi di acero qui non conoscono mezze misure: un tripudio di fuoco che si riflette nei laghi.
Scozia
I castelli incorniciati da boschi dorati e rossi hanno un fascino gotico e romantico unico. Passeggiare lungo i laghi scozzesi in autunno è come entrare in una fiaba malinconica.
Germania – La Foresta Nera
Distese infinite di abeti che in autunno si mescolano alle foglie di faggio e quercia. Un mosaico naturale che ha ispirato leggende e racconti popolari.
Italia
Non serve andare lontano: il nostro Paese custodisce veri gioielli autunnali. I boschi del Parco delle Foreste Casentinesi (Toscana e Romagna), la Val di Funes in Alto Adige, i laghi alpini come il Braies e il Tovel, ma anche il più intimo Parco del Gran Paradiso. In Piemonte e Lombardia, le vigne delle Langhe e della Valtellina si accendono di sfumature calde, creando paesaggi che sembrano pennellati da un artista impressionista.
Cina – Monti Huangshan
Patrimonio dell’Umanità UNESCO, in autunno diventano uno spettacolo irreale: rocce granitiche e pini avvolti nella nebbia si tingono di foglie rosse, creando un paesaggio quasi da pittura tradizionale.
Perché amiamo il foliage
Non è solo questione di bellezza. Il foliage ci colpisce perché ci parla di tempo: del suo scorrere, del suo cambiare, della sua ciclicità. Ci ricorda che ogni stagione ha un senso, e che anche la fine può avere la sua luminosità. È la poesia dell’impermanenza, un’arte che non si compra e non si conserva, ma che si vive in quel preciso istante, magari con un plaid sulle spalle e una tazza di tè caldo in mano.
Il foliage non è solo un fenomeno naturale: è una lezione estetica ed esistenziale. Ci mostra che anche nel distacco, nella caduta e nel cambiamento, può esserci una bellezza che vale la pena di celebrare.
di Emma Mariani
Fai clic qui per vedere lo slideshow.
L’articolo Foliage: il fascino delle foglie che cambiano colore proviene da Daily Mood.