C’è un momento, ogni stagione, in cui la moda smette di essere solo decorazione e torna a essere voce. L’inverno 2026 sarà una di quelle stagioni. Sarà un dialogo intenso — tra protezione e potere, tra morbidezza e struttura, tra il desiderio di avvolgersi e la volontà di emergere. Le passerelle hanno parlato: cappotti monumentali, texture da esplorare, silhouette che non chiedono permesso.
Il filo che unisce tutto questo? Stratificare con intenzione. I look non cercano più la perfezione, ma la personalità. Il minimalismo cede il passo a un maximalismo controllato: volumi generosi, superfici contrastanti, palette che pescano tra toni naturali e accentuazioni gioiello. È la vittoria della personalità su ogni compromesso.
Il ritorno del coat power
Il cappotto occupa il centro del palco: lungo, deciso, avvolgente — diventa manifesto di indipendenza.
Max Mara reinventa la classicità con tagli architettonici e spalle scolpite, Burberry spinge il trench in forme oversize e nuove proporzioni, Valentino aggiunge dettagli couture a cappotti sartoriali.
The Row propone linee pulite, materiali nobili, proporzioni rilassate che non perdono dignità; Bottega Veneta arricchisce con trame, intrecci e superfici tattiche.
Che sia doppiopetto, mantella, a vestaglia o hanbok drappeggiato, il messaggio non cambia: l’inverno si affronta con eleganza armata.
Nuove texture, nuovi desideri
La stagione si fa tattile. Velluto, shearlng, bouclé, eco-pelliccia, lane spazzolate, lurex e misti tecnici diventano protagonisti. Le superfici parlano, evocano, sorprendono.
Prada esplora l’incontro tra nylon tecnico (Re-Nylon) e inserti in pelliccia sintetica: protezione e delicatezza convivono in un’abbraccio modulare.
Fendi gioca con intrecci di maglieria e pelle, superfici composte che sembrano a mosaico, tessiture modulari che si fondono.
Miu Miu, Marni, Dries Van Noten introducono lurex, filati metallizzati e ricami spatolati che punteggiano la densità tattile della stagione.
E il velluto? Ritorna con forza: tonalità vino, bronzo, blu notte, prugna. È opulenza discreta, elegante ma non ostentata.
Colori che riscaldano l’anima
Se l’inverno è stato dominato da neutri e grigi, il 2025/26 spalanca il sipario a pennellate cromatiche audaci.
Viola ametista, bordeaux caldo, verde bosco profondo, giallo cremoso: toni gemma che portano energia e profondità.
Gucci li racchiude in stampe e abbinamenti audaci; Valentino li trasforma in armonie sofisticate; Hermès e Courrèges sperimentano il color block neon smorzato come dettaglio di stile.
E poi il binomio classico mai tramontato: marrone + grigio. Totême, Ferragamo, The Row lo adottano come nuova neutralità: sofisticato, urbano, eppure sorprendente.
Romanticismo gotico e nuovi narrativi
Nell’ombra dell’inverno si annida un fascino oscuro. Il Dark Romance risorge: pizzi neri, voile, corsetti, abiti lunghi che sembrano sospesi nel tempo.
Alexander McQueen, Givenchy, Rick Owens contano tra i precursori del revival: il nero diventa profondità, non assenza. È un gotico contemporaneo: misterioso ma magnetico.
E intorno a questo dialogo oscuro, si intrecciano richiami al goth-core, al victorian daywear e al romantic punk.
Maglieria che corteggia la pelle
La maglia non è più complice silenziosa: diventa cuore e forma.
Maxi pullover in mohair, cardigan a coste, abiti maglia strizzati o voluminosi. Chloé li pensa con maniche sbuffo e volumi romantici; Loewe con costruzioni architettoniche tridimensionali; Comme des Garçons con layering radicale.
La chiave è il contrasto: marcare con la maglia e bilanciare con tessuti strutturati — gonne plissé, pantaloni in velluto, cappotti compatti.
Accessori con dichiarazione
Se i vestiti parlano, gli accessori urlano.
Gli stivali alti (da Saint Laurent, Khaite, Balenciaga) cavalcano il minimalismo stesso.
I guanti lunghi tornano come portatori di eleganza retrò.
Le borse scultoree (Ferragamo, Bottega Veneta, Coperni) diventano piccole installazioni da portare con sé.
Cinture corsetto, fibbie sovradimensionate, collane rigide e orecchini di metallo reinventano il ruolo decorativo come segno di presenza.
Un inverno da scrivere con stile
La moda del 2026 non vuole semplicemente farsi vedere: vuole essere letta. Il guardaroba diventa un diario di gesti, contrasti e scelte sincere.
Un giorno: un abito semi-trasparente sotto un coat oversize; un altro: completo gessato con stivali lucidi.
Come se l’estate fosse per la pelle, l’inverno è per la sostanza.
E quest’anno, la sostanza profuma di cashmere, pulsa di colore vino e risuona nei passi decisi su un marciapiede gelido.
di Emma Mariani
L’articolo Inverno 2026 – Il freddo ha stile (e personalità) proviene da Daily Mood.