Icona di stile complessa, il fascino senza tempo di Maria Antonietta ha definito un’estetica unica fin dalla giovinezza e l’ha portata alla notorietà. La mostra al Victoria and Albert Museum di Londra, visitabile fino al 22 marzo 2026, è un’indagine sull’estetica trasversale della regina più alla moda di tutti i tempi. L’esposizione esplora la “celebrità” della prima età moderna, attraverso abiti e interni adottati dalla sfortunata regina di Francia negli ultimi decenni del XVIII secolo, che hanno esercitato un’influenza duratura su oltre duecentocinquant’anni di design, moda, cinema e arti decorative. La mostra ripercorre l’impatto culturale dello stile di Maria Antonietta e la sua continua ispirazione per stilisti e creativi contemporanei, da Sofia Coppola e Manolo Blahnik a Moschino e Vivienne Westwood. Sono esposti oggetti personali eccezionalmente rari appartenuti e indossati dalla regina, tra cui frammenti riccamente decorati di abiti di corte, pantofole di seta e gioielli della collezione privata. Il servizio da tavola del Petit Trianon, insieme ad accessori e oggetti intimi della trousse da toilette, è presentato per la prima volta al di fuori di Versailles e della Francia. Una vera e propria indagine di stile dedicata a una figura passata alla storia anche per la celebre e controversa frase “qu’ils mangent de la brioche” (“che mangino brioche”), simbolo di un distacco percepito tra la corte e il popolo. In Marie Antoinette Style, la curatrice Sarah Grant ha ricreato l’universo visivo e sensoriale della regina, includendo oggetti mai usciti dalla Reggia di Versailles. Il percorso, tematico e non cronologico, è arricchito da installazioni audiovisive e da un’esperienza olfattiva che permette di percepire le fragranze che hanno accompagnato le diverse fasi della sua vita. «L’arciduchessa austriaca, divenuta regina di Francia, ebbe un enorme impatto sul gusto e sulla moda europea del suo tempo, creando uno stile distintivo che oggi ha un fascino universale. La storia di Maria Antonietta è stata reinterpretata da ogni generazione per adattarla ai propri scopi. La rara combinazione di glamour, spettacolo e tragedia che la contraddistingue rimane inebriante oggi come nel XVIII secolo», afferma Grant. Tra i pezzi esposti figurano creazioni di alta moda contemporanea firmate Moschino, Dior, Chanel, Erdem, Vivienne Westwood e Valentino, oltre ai costumi realizzati per il film Marie Antoinette di Sofia Coppola con Kirsten Dunst, di cui era costumista Milena Canonero, incluso il celebre paio di scarpe in raso rosa disegnate da Manolo Blahnik, sponsor della mostra. Maria Antonietta non ha influenzato solo la moda, il design, gli interni e le arti decorative del suo tempo: il suo stile ha continuato a ispirare oltre due secoli e mezzo di arti visive, cultura e immaginario collettivo.
Le sezioni della mostra
Le origini del “look” (1770-1793)
La prima sezione introduce la giovane Maria Antonietta e il contesto di corte, con abiti, gioielli, porcellane e mobili provenienti da Versailles. Il suo gusto personale – fatto di tessuti ricchi, volumi spettacolari e accessori teatrali – la impone fin da subito come una pioniera del gusto e del ruolo pubblico dell’immagine.
Il culto dello stile (XIX secolo)
La seconda parte mostra come l’immagine della regina sia stata riscoperta e reinventata nel XIX secolo, tra revival rococò e collezionismo. Il mito di Maria Antonietta diventa ispirazione per la moda e la cultura visiva vittoriana.
Incanto e illusione
Questa sezione indaga la metamorfosi iconografica della sovrana: da figura storica a simbolo estetico. L’attenzione si concentra sul modo in cui i suoi ambienti e i suoi ornamenti hanno alimentato una narrativa che trascende la storia politica, anticipando la cultura del consumo dell’immagine.
Re-styling contemporaneo
L’ultima parte proietta l’eredità della regina nella moda e nel cinema contemporanei: dalle passerelle di Dior e Chanel ai costumi del film di Sofia Coppola, fino alle fotografie che reinterpretano la sua figura come “regina di stile” eterna.
La mostra al V&A ha il merito di spostare l’attenzione dalla dimensione storica e biografica a una lettura estetica e culturale della figura di Maria Antonietta. Non più solo simbolo di decadenza, ma pioniera del look come linguaggio e della celebrità visiva. Tuttavia, la spettacolarità della sezione finale rischia di prevalere sulla profondità storica delle prime sale, trasformando la regina in un’icona puramente estetica. Resta, però, un’occasione preziosa per riflettere su come la moda possa raccontare il potere, l’identità e la rappresentazione femminile. È in questo equilibrio, tra fascino e analisi, immaginario e storia, che la mostra trova la sua vera forza, restituendo Maria Antonietta come una figura viva, ancora capace di parlare al gusto e alla sensibilità contemporanea.
Ph. Courtesy of © Victoria and Albert Museum, Londra
di Elena Parmegiani per DailyMood.it
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