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    Home»Senza categoria»Il trionfo della modernità nella moda in mostra a Palazzo Reale
    Senza categoria

    Il trionfo della modernità nella moda in mostra a Palazzo Reale

    By 3 Giugno 2025Nessun commento5 Mins Read
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    L’esposizione della mostra a Palazzo Reale a Milano a cura di Valerio Terraroli dal suggestivo titolo “Art Deco il Trionfo della modernità” si inserisce come grande focus sulla percezione di un mondo che cambia in fretta e non in meglio tra gusto , innovazione, dopoguerra, senso di appartenenza europea nei primi anni venti. Nel 2025 ricorre infatti l’importante appuntamento con il centenario de l’Exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes di Parigi, l’evento che segnò l’affermazione dello “Stile 1925” come veniva chiamato, o, come si dice oggi Art Déco. Esposizione di arti decorative quindi, ma che si proietta anche nella modernità di quel periodo in tutti gli ambiti, come appunto la moda suggerisce. Come recita poi il comunicato stampa: “per celebrare questo anniversario, la mostra presenterà al pubblico straordinari esempi di arti decorative italiane ed europee, dai vetri alle porcellane alle maioliche, dai tessuti agli arredi e all’oreficeria, ma anche dipinti, sculture, disegni e manifesti pubblicitari, nonché immagini d’epoca e spezzoni cinematografici per restituire il più possibile il clima e le atmosfere di un’epoca irripetibile e affascinante”. Visitabile sino al 29 Giugno nelle sale del primo piano, la mostra che idealmente è dedicata come “affettuoso omaggio” a Rossana Bossaglia, che “per prima ha delineato i caratteri del decò italiano”, proprio nel centenario dalla nascita, è un vero e proprio tuffo nella passione del bello di quegli anni tra oggetti , design, mobili nelle varie declinazioni del fenomeno. Facile forse fare un parallelismo con i tempi moderni, ma visitare la mostra o sfogliarne il catalogo, offre il bellissimo percorso emotivo e sensoriale che ogni movimento che ha segnato un secolo, ha avuto, tra trionfi e sconfitte umane, grazie ad arte e design e come sintesi di come nelle arti decorative i volumi e le forme ne sono la sintesi estrema. Un focus non solo interessante ma anche estremamente amato dai visitatori che scaricano applicazione e visitano volentieri anche l’approfondimento, questa volta gratuito, nella mostra in Stazione Centrale, dell’affascinante Padiglione Reale rimasto quasi sospeso a quell’epoca, graziato dal tempo e dallo spazio attraverso oggetti splendidi. La mostra a Palazzo Reale è una sintesi unica dalle origini agli sviluppi del fenomeno dove ne esplora i temi sostanziali e non solo. Racconta e confronta, si addentra negli stili. Porta esempi e confronti tra il decò italiano e quello francese, austrico e tedesco. Ma se l’arte del decò si esaurisce sostenzialmente nel 1930, i suoi frutti si palesano anche nelle volume e nelle forme della moda, per protrarsi ben oltre quella data. Forse per questo, una delle sale della mostra, curata dall’Archivio di Palazzo Morando, è un racconto della moda dal punto di vista delle donne di quel tempo. Quasi un voler dare testimonianza di come le forme che traducevano la modernità nelle arti decorative, hanno segnato le forme femminili.  Partendo idealmente dagli abiti più caratteristici dell’epoca ritratti nei celebri dipinti esposti in mostra (come lo splendido quadro a pastello su carta che ritrae Wally Toscanini di Alberto Martini e quello di Luciana Valmarin di Cesare Sofianopulo, il pittore italo greco di origini triestine. Ma sono i capolavori sartoriali dell’archivio di Palazzo Morando in mostra a colpire. A cura della conservatrice Ilaria De Palma, ecco le scarpe di Andrè Perugia, tutte datate tra 1925/1930 ,tra materiali che divennero il vero mood di quegli anni ovvero il cespo di seta, la pelle di capretto, il dorato e lo stampato con le variopinte fibbie di metallo tanto amate da i personaggi famosi di quegli anni, omaggiate anche in un’altro lato della sala del museo dedicata alla moda, dove sono  esposte in una bellissima teca anche le fibbie da cintura di manifattura cecoslovacca sempre di quel periodo tra bronzo, bronzo argentato e bronzo smaltato, ma sono gli abiti e gli accessori a colpire. In particolare un cappello di manifattura italiana che identifica, con la fine del primo conflitto e le nuove esperienze, inposte  dalla guerra di molti ruoli fino ad allora riservati agli uomini, come le donne devono in parte la loro emancipazione, anche a livello sartoriale con tuniche che diventano dritte, punto vita che viene abbassato (e di molto) e petto che non viene più enfatizzato o messo in risalto. Quasi che da eventi cosi atroci ma netti di “cambio di passo” umano, anche le donne, finalmente, potessero diventare più libero non avendo sempre lo sguardo di un uomo (occupato nella guerra) addosso. Linee sartoriali semplici. Ma accessori giolello importanti e ricami opulenti e luminosi, per marcare la differenza tra una mise elegante ed una no. Ed è infatti attraverso i video d’epoca visibili in mostra che la donna “emancipata” di quegli anni si palesa quale vero trionfo della modernità fino ad arrivare agli anni quaranta: capelli tagliati, abiti liberi dalla costrizione dei busti, vestibilità e linea androgina, in sbieco, le donne che diventano fluttuanti, belle per loro stesse, non per piacere o compiacere.  Una sezione intrigante e molto interessante nella sua semplicità. Un modo per dimostrare quanto le pari opportunità siano legate anche agli eventi storici, in particolare quelli bellici. E come la moda , in particolare quella raffinatissima dell’art deco destinata ad essere meteora tra due guerre mondiali atrico, sia stata comunque veicolo di comunicazione di quanto la prima conquista della modernità sia appunto una donna con la D maiuscola. Libera e bella , per sé.

    di Cristina T. Chiochia per DailyMood.it

    Fai clic qui per vedere lo slideshow.

    L’articolo Il trionfo della modernità nella moda in mostra a Palazzo Reale proviene da Daily Mood.

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