“Credete che Tony Stark sarebbe stato Tony Stark senza essere un miliardario?”. È da questa domanda che prende il via Ironheart, la nuova serie Marvel disponibile dal 25 giugno in streaming su Disney+. Al posto di Tony Stark, personaggio di fantasia, sebbene amatissimo, potrebbe esserci qualunque altro nome di successo. La riflessione, in fondo, è sempre quella che si fa da anni. Quante volte ci siamo chiesti quanto conti l’ambiente e la situazione di partenza per il successo di una persona? E quante volte abbiamo constatato che la nostra fortuna dipende in gran parte dalla parte del mondo in cui siamo nati? Ironheart è la storia di Riri Williams, giovane afroamericana nata nelle zone più povere di Chicago, che ha un grande talento per la ricerca e potrebbe cambiare il mondo. “Senza soldi devo arrangiarmi” spiega però nelle prime battute del film.
Ambientata dopo gli eventi di Black Panther: Wakanda Forever, la serie Marvel Television Ironheart contrappone la tecnologia alla magia quando Riri Williams (Dominique Thorne), determinata a lasciare un segno nel mondo, torna a Chicago, la sua città natale. La sua idea unica di costruire armature di ferro è geniale, ma nel perseguire le sue ambizioni si ritrova coinvolta dal misterioso ma affascinante Parker Robbins alias “The Hood” (Anthony Ramos).
Riri Williams è il personaggio che abbiamo conosciuto nel secondo Black Panther, in un contesto tonitruante, eroico, parte di un film collettivo dove era parte di una squadra. Qui la vediamo da sola, nel suo ambiente naturale, prima al MIT di Boston e poi nella sua Chicago. Dalla prestigiosa università viene espulsa per aver venduto i suoi compiti a studenti di varie università perché, come abbiamo capito, le servivano dei soldi per la sua ricerca sulle armature in ferro. Può essere la futura Tony Stark, e la futura Iron Man. Ma, per ora, non ha vita facile.
Ironheart è la continuazione seriale del mondo di Iron Man, una franchise che, tra quelle del mondo Marvel, è stata tra le più amate. Al centro c’è un altro personaggio, ma il mondo e i poteri dell’eroe, eroina in questo caso, sono quelli. Armature di ferro e Intelligenza Artificiale, propulsori e corazze. Con quell’accorgimento, che faceva anche la fortuna dei film di Iron Man, di inquadrare lo schermo in Realtà Aumentata che costituisce il legame tra l’eroe e la sua armatura, e che permette alla regia di inquadrare costantemente il volto, e le sue espressioni, che vivono dentro la maschera di ferro.
Se le coordinate tecnologiche sono quelle del mondo di Iron Man, le coordinate emotive sembrano portarci da un’altra parte. E precisamente a quel Peter Parker al centro dell’epopea di Spider-Man. Come Peter Parker Riri Williams ha perso delle persone care, è spiantata e senza un soldo, e si deve arrangiare come può, tra lavori diversi e un ambiente non facile. Sono i supereroi con super problemi, un classico della Marvel.
Riri Williams è un’eroina dei nostri tempi. È una ragazza, è afroamericana, viene dalla classe operaia. Un punto di partenza non facile in un’America che sembra voler mandare avanti sempre i più forti e preoccuparsi poco degli ultimi. Riri è il simbolo di chi parte svantaggiato ma prova ad arrivare lo stesso dove vuole. È l’idea di farcela con quello che si ha. In questo senso la sequenza simbolo del primo episodio è quella in cui, tornata a casa, prova a fare la sua armatura con materiali di recupero. Ironheart è una serie tratta da un fumetto, certo. Ma prova a dirci qualcosa di più sull’America di oggi. Ci piace per come viaggia nella working class, tra personaggi che lavorano nelle officine e in altri posti di questo tipo. Un’America che oggi ci fanno vedere poco. E invece vale la pena di osservare.
Dominique Thorne, nei panni della protagonista, ha un bel volto, un sorriso inconfondibile, smagliante ma anche amaro, un sorriso che tradisce imbarazzo e difficoltà. Ha il viso appuntito e l’espressione di chi la sa lunga, di chi è sagace e intuitiva. I capelli ricci raccolti in delle treccine aumentano il fascino e il carattere del personaggio: è una protagonista carismatica, l’attrice giusta per incarnare un’eroina, ma anche una ragazza di oggi.
Ironheart è anche un prodotto figlio della nuova strategia Marvel, improntata sulla filosofia “less is more”. Meno film in uscita al cinema, ma anche meno serie prodotte per la piattaforma di casa, Disney+. Anche a livello seriale, allora, la produzione sarà più contenuta e quindi più ragionata. Meno cose, ma quelle giuste. Ironheart è il modo perfetto per restare nel mondo Marvel in attesa dei prossimi film, per riprendere l’eredità di Iron Man e Black Panther. In attesa di ritrovare Riri anche sul grande schermo.
di Maurizio Ermisino per DailyMood.it
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