UNA CONVERSAZIONE
«Chanel parla d’amore. La nascita della modernità nella moda nasce da una storia d’amore. È questo che trovo più bello. Non ha tempo né spazio; è un’idea di libertà. La libertà indossata e conquistata da Gabrielle Chanel.» – Matthieu Blazy
«Non c’è tempo per la monotonia preconfezionata. C’è un tempo per il lavoro. E un tempo per l’amore. E non resta tempo per altro.» – Gabrielle Chanel
Questo è un universo — l’universo di Chanel.
Al suo interno, al di fuori dei limiti abituali di spazio e tempo, si svolge una conversazione in tre atti.
Una conversazione tra Matthieu Blazy, nuovo Direttore Artistico delle Attività Moda di Chanel, e Gabrielle Chanel, la fondatrice.
UN PARADOSSO
Tutto inizia con una tradizione maschile: una camicia e un paio di pantaloni.
Capo preso in prestito da Gabrielle Chanel dal guardaroba di Boy Capel, il suo grande amore. All’epoca la camicia era firmata Charvet, storico camiciaio francese; oggi è realizzata insieme a Chanel. Appesantita da una catena in metallo, mantiene le proporzioni classiche del taglio maschile.
A queste si aggiungono giacche da uomo tagliate e rifinite a vivo, trasformate secondo le proporzioni Chanel.
I tweed britannici del cuore di Gabrielle diventano agili, pressati, funzionali.
Il paradosso sta nella forza femminile di Gabrielle Chanel, conquistata attraverso un guardaroba in cui il pratico e il funzionale non rinunciano mai al fascino e alla seduzione.
Il tempo del lavoro si unisce al tempo dell’amore: sete fluide, scolli ampi, drappeggi e nodi.
Le maglie si muovono con disinvoltura dal giorno alla sera, tra discrezione e teatralità.
Nasce così un nuovo equilibrio tra femminile e maschile, un insieme dinamico in cui Gabrielle Chanel fu, senza scuse, se stessa.
Mai solo qualcosa, ma qualcuno.
LE JOUR
Il daywear di Chanel attraversa il tempo.
I classici vengono decostruiti ma restano in movimento con il corpo.
Vissuti come capi realmente indossati e tramandati, emanano la naturalezza autentica dello chic vero: la borsa 2.55 appare schiacciata, stropicciata, amata, con la fodera in pelle bordeaux messa in mostra; le camelie spiegazzate diventano parte integrante di tailleur in maglia di seta; i tweed sfrangiati del passato vengono portati al presente, delineati o ricamati.
Un’altra forma di familiarità si ritrova nell’architettura stessa della Maison: lavoro e vita di Gabrielle erano inseparabili.
Linee pulite e grafiche in bianco e nero evocano l’Art Déco e la precisione del packaging Chanel, realizzate in sontuose sete lavorate a maglia.
Il motivo floreale diventa più astratto: si apre, scende, si scompone.
Le stampe dipinte a mano si trasformano esse stesse in petali.
L’UNIVERSALE
Il linguaggio universale di Chanel viaggia nel mondo e nel futuro, espandendosi continuamente.
Le linee maschili viste all’inizio della collezione ritornano qui ammorbidite, arrotondate, ispirate al blouson.
Una molteplicità di tweed e intrecci, frutto di ricerche meticolose, si proietta in avanti: la sperimentazione materica domina, fuori e dentro, con fodere interne di sete stampate e contrastanti.
Un’idea di futuro che nasce dal passato si ritrova nei fondamentali Chanel: griglie di tweed che diventano maglie annodate a mano e trasparenze; l’architettura del tailleur Chanel messa a nudo; i gioielli, parte integrante del codice Chanel, diventano preziosi e simbolici insieme – perle barocche, pianeti di vetro, catene smaltate.
Le calzature mantengono l’inconfondibile punta a contrasto, con tacchi realistici e portabili, pensati per spingere chi li indossa verso il futuro.
Soprattutto, emerge un’idea di libertà: una nuova veste universale, un incontro senza confini tra stili, l’eredità non di una sola donna Chanel, ma di tutte le donne Chanel.
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L’articolo CHANEL Primavera Estate 2026 proviene da Daily Mood.