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    Home»Senza categoria»Mrs. Playmen: Carolina Crescentini e la rivoluzione femminile degli anni Settanta. Su Netflix
    Senza categoria

    Mrs. Playmen: Carolina Crescentini e la rivoluzione femminile degli anni Settanta. Su Netflix

    By 13 Novembre 2025Nessun commento5 Mins Read
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    “Noi italiani qualche problemino con il sesso ce l’abbiamo. Più che rilassarci, ci fa inc…are”. A parlare è Adelina Tattilo, dopo una delle infinite battaglie che ha dovuto combattere per portare avanti la sua rivista, Playmen, e una rivoluzione culturale che ha cercato di mettere al centro la donna, i suoi desideri e i suoi diritti.  Adelina Tattilo, con il volto di Carolina Crescentini, è la figura al centro di Mrs. Playmen, la nuova serie Netflix in streaming dal 12 novembre. È la storia della direttrice della prima rivista erotica italiana e una forza rivoluzionaria nella Roma conservatrice e moralista degli anni Settanta. Quando il marito, Saro Balsamo, la abbandona lasciandola sola ad affrontare i creditori come unica proprietaria di un impero sull’orlo del collasso, Adelina non si arrende. Reinventa Playmen trasformandola in una pubblicazione sofisticata e all’avanguardia e, sfidando il maschilismo radicato dell’epoca, riunisce attorno a sé un team di intellettuali brillanti, creativi audaci e fotografi visionari.

    Adelina Tattilo ha sfidato l’establishment in nome di una liberazione dei costumi, una liberazione che non è solo culturale ma anche politica. In quegli anni lo hanno fatto in tanti. Ma Adelina è una donna. E allora la sfida che deve affrontare è doppia. Essere un’imprenditrice in un mondo ancora non accettato, come quello delle riviste erotiche. Ed esserlo in un’epoca in cui le donne erano relegate al ruolo di madri e casalinghe. Lungo tutta la serie Adelina affronta di continuo sguardi di sufficienza, parole sibilline, affermazioni più decise da parte degli uomini che le stanno attorno. Chi in maniera diretta, chi più velata, tutti o quasi le dicono di lasciar perdere, che non è cosa per lei. Che è una cosa da uomini.

    Ma Adelina non ci sta. comincia a portare nella sua rivista tanti argomenti chiave della società. Si parla di piacere femminile, si dà spazio alle fantasie e ai desideri delle donne. Si dà voce alle loro battaglie, come la contraccezione e il divorzio. Attraverso le pagine di Playmen la serie racconta una serie di rivoluzioni. Attraverso la storia personale di Adelina e di Elsa, un altro personaggio femminile, la serie riesce a parlare anche di stupro e matrimonio riparatore, di violenza domestica, di maschilismo tossico, di stalking. La storia di Adelina Tattilo, poi, è anche la Storia di quegli anni. Dal delitto Casati – Stampa a Aristotele e Jacqueline Onassis, fino agli anni delle contestazioni di piazza e al terrorismo di sinistra e di destra.

    Mrs. Playmen si regge sulle spalle di una grande Carolina Crescentini. L’attrice è ancora più matura, ancora più consapevole e padrona della scena. Carolina fa suo il personaggio e ha una presenza che le permette di dominare la scena, così come Adelina domina la situazione. Carolina Crescentini ha questo potere, questa magia: è una ragazza minuta, ma quando arriva sullo schermo si trasforma, diventa imponente, autorevole, carismatica. La sua figura riempie lo schermo. Come deve fare Adelina, che si fa spazio con grazia e forza in un mondo che in tanti le dicono non essere il suo.

    È un mondo maschile. Quello in cui si muove Adelina è un universo fatto ad uso e consumo degli uomini. E gli uomini, ovviamente, sono quelli che dispongono. Così Saro, il marito di Adelina, quando capisce che le cose si mettono male, la nomina direttore responsabile e sparisce, lasciando che ad essere accusata sia lei. Tornerà più volte, ambiguo e mellifluo, suadente e poi violento. Saro, interpretato da Francesco Colella, è un po’ il simbolo di tutto quello che non va negli uomini, negli anni Settanta come oggi.

    La ricostruzione dei Settanta di Mrs. Playmen è riuscita. La fotografia avvolge quegli anni di luci dorate e di neon violacei e porta la storia dentro interni rivestiti di legno caldo, dalle forme definite, fatte di linee nette, dritte o rotonde. Ascoltiamo tanta musica, da Lou Reed a Patty Pravo.

    Mrs. Playmen a livello narrativo è molto valida. Ha un ottimo crescendo e un’evoluzione dei personaggi, e notevoli colpi di scena. Quello riguardo alla scelta di Elsa è gestito bene. E anche l’ultimo episodio, il settimo, vive su un colpo di scena inatteso che porta la serie verso sentieri oscuri e amari (con una bella citazione di Una giornata particolare di Ettore Scola in sottofinale) prima del catartico finale.

    Mrs. Playmen è una serie molto interessante, piena di spunti, piena di politica, intrigante. Eppure, forse, lo poteva essere ancora di più. A tratti sembra essere un po’ una fiction di Rai 1, un po’ didascalica nella scrittura in alcuni momenti, un po’ troppo rassicurante in altri. Se pensiamo ad altre serie che toccano il tema, su tutte l’americana The Deuce, o anche ad alcuni film, Mrs. Playmen forse avrebbe potuto osare di più. Ma è probabilmente una scelta sensata. Una serie così – provocante e casta allo stesso tempo, un ossimoro ma oggi ne viviamo in fondo tanti – più di altri prodotti meno concilianti può arrivare a tutti. E portare tutti i messaggi di cui vi abbiamo parlato.

    di Maurizio Ermisino per Dailymood.it

    Fai clic qui per vedere lo slideshow.

    L’articolo Mrs. Playmen: Carolina Crescentini e la rivoluzione femminile degli anni Settanta. Su Netflix proviene da Daily Mood.

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